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Poste. Slp Cisl e Uil Poste ER: “Uno sciopero? Legittimo ma quantomeno inopportuno. Ci sono trattative avanzate in corso”

(Bologna, 26 febbraio 2021) Uno sciopero in questo momento? Legittimo, ma quantomeno inopportuno. Specie perché, oltre alla gravissima situazione pandemica, economica, politica, con un nuovo Governo appena insediato, si rischia di compromettere una serie di trattative avanzate che potrebbero portare a significativi e celeri risultati.

Difatti, proprio in questi giorni, a livello nazionale, sono programmati una serie di delicati incontri su: assunzionirecapito (acquisizioni e riorganizzazioni, visto che sta variando la composizione del prodotto, con meno mail e un aumento significativo di pacchi e pacchetti); rinnovo CCNL (parte economica e parte normativa); tematiche COVID 19: chiesta una corsia preferenziale per la vaccinazione in tempi brevi di tutti i lavoratori di Poste, con particolare attenzione ai settori a contatto col pubblico.


Sia ben chiaro, i problemi sono noti e sotto gli occhi di tutti: 
carenza cronica di addetti nei settori MP (mercato privato) e PCL (poste comunicazione logistica), aggravata dalle domande di pensionamento anticipato; pressioni commercialistrumentazione non sempre adeguatamobilità in uscita non compensatarinnovo del contratto… il tutto aggravato dalla pandemia che sta colpendo sempre più diffusamente anche i postali. Proprio quei lavoratori che in tutti questi mesi hanno continuato ad assicurare il loro servizio con grande spirito di sacrificio.


Ed è evidente che se le trattative in corso non dovessero portare ai risultati sperati, SLP CISL e UIL Poste chiameranno con solerzia i lavoratori ad azioni di sostegno e di sciopero. Tuttavia, la prima strada da percorrere è e rimane sempre quella del dialogo, soprattutto quando si prospettano ampi spazi di confronto.

In questo momento bisogna avere il coraggio di mettere al bando sterili interessi di sigla e pensare al bene comune, al bene dei lavoratori. Lo sciopero è un atto di gran responsabilità, sia per l’enorme sacrificio che richiede ai lavoratori, sia per i danni e i disagi che arreca agli utenti e all’azienda stessa. Uno strumento sacrosanto che va utilizzato con rigore quando la strada del dialogo e della trattativa non lascia più margini di manovra. In questo caso risulta difficile comprenderne le ragioni, se non con uno scenario che appare sempre più viziato da meri interessi di bottega. 

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