Dal Territorio

Fusione Alstom-Siemens Mobility. Fim Cisl Ambo: “Bologna rischia indebolimento”

(Bologna, 1° febbraio 2019) A proposito del progetto di fusione di Alstom con Siemens Mobility dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, di lunedì 28 gennaio, si è tenuta a Parigi, mercoledì 30 e giovedì 31 gennaio, la riunione plenaria del Coordinamento sindacale europeo (Cae) di Alstom che aveva come ordine del giorno l’implementazione delle misure messe in campo dalle due società riguardo la fusione.

Nella riunione interna le organizzazioni sindacali hanno sollevato il problema della mancata comunicazione preventiva, da parte di Alstom, delle misure correttive proposte alla Commissione Europea Antitrust.

Per quanto riguarda i remedies, ovvero le proposte avanzate da Alstom alla Commissione Europea Antitrust, per ottenere il via libera alla fusione con Siemens, la cessione del progetto del Pendolino non ne farà parte.
A proposito dell’implementazione dei rimedi nel settore segnalamento, Alstom voleva mantenere, inizialmente, i contratti in Francia e Italia e cedere il restante, la Commissione Europea Antistrust ha invece chiesto che venga fatta una cessione complessiva, questo comporterà altre 10 persone coinvolte (contratto Milano – Chiasso).
Sono poi state presentate le mansioni coinvolte dai remedies, che rientrerebbero nella cessione complessiva alla concorrenza, nei vari paesi, per l’Italia si tratta di 31 tecnici di ingegneria in differenti settori : 2 Rams, 3 Atc, 3 System design, 22 Interlocking design e 1 Prem, una persona in Sales, un Project Manager e cinque persone del Centro di sviluppo (Development Center) per un totale di 38 persone tutte nel sito di Bologna.

“Abbiamo come organizzazioni sindacali – dichiara Roberta Castronuovo segretaria generale aggiunta della Fim Cisl Area metropolitana bolognese – chiesto, durante il Tavolo al Mise, al Governo di intervenire nella discussione per la fusione. L’Italia deve, infatti, mantenere un ruolo da protagonista nel gruppo, perché sul territorio nazionale ci sono più di 3000 dipendenti, oltre a tecnologie ed alte competenze. Inoltre ci sono programmi di crescita e sviluppo già definiti con alcune Regioni italiane, per cui é necessario mantenere le garanzie e le produzioni concordate”.

“Ci aspettiamo – prosegue la sindacalista Fim – che il Governo reciti un ruolo da protagonista nella definizione della fusione e che possa incidere sulle scelte dell’Antitrust, in particolare di fronte alle cessioni di ramo d’azienda, proposte come remedies, garantendo l’occupazione e lo sviluppo del settore segnalamento in Italia. È necessario non impoverire i siti Alstom italiani quelli interessati sono a Bologna, Firenze e Bari. Il timore è che i piani di sviluppo, basati sul prodotto Siemens, rimpiazzino quelli Alstom a scapito dell’alta professionalità maturata in campo italiano”.

“Non appena – conclude Castronuovo- verrà presa la decisione dalla Commissione Europea Antitrust,entro il 18 febbraio, richiederemo le convocazioni a tutti i livelli, europeo, nazionale e territoriale, per valutare gli impatti occupazioni, definire il piano industriale e le tutele per i lavoratori coinvolti dalla cessione del ramo d’azienda e dalla fusione con Siemens Mobility”.

Sull'Autore

Ufficio Stampa