Dal Territorio

Unione Terre Castelli: sindacati esultano per neo assessorato alla legalità

(Modena, 9 settembre 2019) Plauso dei sindacati all’assessorato alle politiche per la legalità e al lavoro istituito dall’Unione Terre di Castelli. Ricordiamo che la giunta è nuova, dal momento che lo scorso maggio quattro Comuni su otto (Savignano sul Panaro, Spilamberto, Castelvetro di Modena e Marano sul Panaro) hanno rinnovato l’amministrazione comunale.

«Il nuovo assessorato è nato soprattutto grazie alla contrattazione sociale e territoriale, condotta lo scorso anno da Cgil Cisl Uil di Vignola e culminata nell’accordo sottoscritto in aprile con tutti i Comuni dell’Unione Terre di Castelli e l’Unione stessa in occasione della presentazione del bilancio di previsione 2019 – sottolineano Anna Paragliola (Cgil), Maurizio Brighenti (Cisl) e Alberto Zanetti (Uil) – È una buona notizia per i cittadini dell’Unione e pensiamo che aver unito le deleghe alle politiche per il lavoro a quelle per la legalità, affidate al sindaco di Castelnuovo, sia una scelta giusta soprattutto nel nostro territorio, dove da tempo si combatte il fenomeno delle false cooperative di facchinaggio utilizzate spesso, ma non solo, nelle aziende del distretto alimentare modenese e nella logistica. Abbiamo chiesto, contrattato e ottenuto l’istituzione di un assessorato alla legalità a livello di Unione perché da tempo abbiamo fatto una scelta di campo: quella della dimensione distrettuale (o quasi, visto che Montese continua a restare fuori dall’Unione Terre di Castelli).
Riteniamo, infatti, che questo territorio, il quale ha compiuto scelte rilevanti anche rispetto all’architettura istituzionale, debba continuare su questa strada.
In sede di confronto avevamo chiesto un maggior impegno per promuovere una vera cultura della legalità, continuare a combattere l’evasione fiscale e l’elusione contributiva che sottraggono risorse ingenti per i servizi di welfare e, dunque, per il sistema di protezione sociale della nostra comunità. L’impegno è ancor più necessario dopo che il processo Aemilia che ci ha bruscamente svegliato dal sogno di una regione – l’Emilia-Romagna – immune dal fenomeno mafioso».

Ora le organizzazioni sindacali si aspettano di iniziare un lavoro congiunto per un osservatorio locale sulla criminalità organizzata, anche in ottemperanza al protocollo d’intesa tra Anci, Upi e Cgil-Cisl-Uil per l’attuazione della legge regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili”.

I sindacati auspicano un investimento per la nascita di un centro per la legalità, come già fatto in altri territori, finalizzato alla formazione delle nuove generazioni in collaborazione con i centri giovani, già presenti in nei Comuni aderenti all’Unione, e le associazioni del territorio, per promuovere azioni atte a sviluppare una cultura della legalità, anticorpo necessario per contrastare il malaffare. «Mettere in campo politiche per la legalità significa anche investire sull’integrazione dei cittadini stranieri, per fornire strumenti di conoscenza e autotutela contro forme di sfruttamento e caporalato», aggiungono Paragliola, Brighenti e Zanetti.

Ricordiamo che l’Italia è il Paese con il più alto livello di corruzione in Europa: ogni anno perdiamo 236 miliardi di ricchezza (circa il 13% del prodotto interno lordo), pari a 3.903 euro per abitante. La cifra della corruzione, già impressionante di per sé, è due volte più alta di quella della Francia (120 miliardi di euro, 6% del pil) e della Germania (104 miliardi di euro, pari al 4% del pil). La perdita di ricchezza dovuta alle attività illecite equivale a oltre una volta e mezza il budget nazionale per la sanità pubblica; a 16 volte gli stanziamenti per combattere la disoccupazione; a 12 volte i fondi per le forze di polizia; addirittura è di 337 volte più grande della spesa per le abitazioni sociali. Per non parlare degli investimenti sull’istruzione, che potrebbero essere più che triplicati. Secondo un sondaggio condotto da Eurostat nel 2018, per il 79% degli intervistati il fenomeno della corruzione non è accettabile e dovrebbe essere combattuto attraverso azioni mirate e strutturali.

«Chiederemo un incontro al neo assessore al fine di continuare a collaborare, insieme anche alle associazioni del territorio, per mettere in campo da subito azioni concrete – concludono Anna Paragliola (Cgil), Maurizio Brighenti (Cisl) e Alberto Zanetti (Uil) – La politica, infatti, deve investire risorse economiche e umane per far crescere gli anticorpi necessari a combattere fenomeni che non sono degni di un territorio come il nostro».

Sull'Autore

Ufficio Stampa