Dal Territorio Immigrazione

Immigrati senza permesso soggiorno, Cisl: «Sanatoria è opportunità per emersione lavoro irregolare»

(Modena, 15 giugno 2020) Potrebbero essere alcune migliaia in provincia di Modena gli stranieri senza permesso di soggiorno o con il permesso scaduto interessati alla nuova sanatoria decisa dal Governo.

La stima è della Cisl Emilia Centrale, secondo la quale la sanatoria è un’opportunità per l’emersione del lavoro irregolare. «Si tratta di un provvedimento che abbiamo invocato da tempo ed è finalmente arrivato, anche se limitato ad alcuni settori – dichiara Domenico Chiatto, responsabile delle politiche dell’immigrazione per la segreteria Cisl Emilia Centrale – Ci risulta che il grosso del lavoro nero riguardi il cosiddetto “badantato” e collaboratori domestici, ma non possiamo escludere che esista anche nei campi e nelle stalle modenesi, sia pure senza i livelli inaccettabili del Sud Italia. Non possiamo escludere nemmeno che qualche datore di lavoro si faccia pagare la pratica (500 euro) dai dipendenti che chiedono la regolarizzazione. Denunceremo senza indugio gli episodi di questo tipo di cui verremo a conoscenza».

La Cisl Emilia Centrale offre assistenza ai cittadini stranieri e ai datori di lavoro per il disbrigo delle domande, l’attivazione dei contratti di lavoro e la consulenza sulle modalità per gestire al meglio la pratica. Gli interessati hanno tempo fino al 15 luglio. Ricordiamo che anche gli stranieri privi del permesso di soggiorno o con il permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 possono presentare una domanda di emersione per ottenere un titolo di soggiorno.

«Non c’è un “click day” o numeri contingentati, per cui tutti coloro che sono in possesso dei requisiti riceveranno il permesso di soggiorno per lavoro – assicura Chiatto –
Possono regolarizzarsi coloro che sono già occupati o vengono assunti nei seguenti settori: agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse;
assistenza alla persona, per se stessi o componenti della propria famiglia anche non conviventi, affetti da patologie o handicap; lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare».

I requisiti necessari per il lavoratore sono: prova della propria presenza in Italia prima dell’8 marzo 2020; rilievi fotodattiloscopici; dichiarazione di presenza; attestazioni costituite da documentazioni di data certa proveniente da organismi pubblici (soggetti pubblici o privati che istituzionalmente o per delega svolgono una funzione o un’attribuzione pubblica o un servizio pubblico); 2) avere un rapporto di lavoro in corso o una proposta di assunzione nei tre settori indicati prima.

Il datore di lavoro che assume può essere cittadino italiano, Ue, non Ue, permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Il datore di lavoro deve dimostrare di avere un reddito di 30 mila euro per le assunzioni in agricoltura, allevamento zootecnia e pesca, mentre per il lavoro domestico è di 20 mila euro se nel nucleo c’è un solo percettore di reddito, oppure 27 mila se ci sono più percettori sia conviventi che non conviventi entro il secondo grado di parentela. Se il contratto è per l’assistenza d un non autosufficiente non è necessario requisito reddituale.

Possono regolarizzarsi anche coloro che hanno il permesso scaduto dal 31 ottobre 2019 e comunque presenti in Italia prima dell’8 marzo 2020 che abbiano lavorato nei tre settori indicati prima di tale data.

Quanto ai costi, 500 euro sono a carico del datore di lavoro per ogni lavoratore regolarizzato, a copertura degli oneri connessi alla procedura di emersione, mentre 130 euro sono a carico del lavoratore straniero con permesso scaduto. Solo nel caso di dichiarazione di sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare al contributo forfettario di 500 euro da pagarsi prima della presentazione della domanda, deve aggiungersi il pagamento delle somme dovute dal datore di lavoro a titolo retributivo, contributivo e fiscale, il cui importo verrà fissato da un decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

La norma non ammette alla sanatoria i datori di lavoro e i cittadini stranieri che risultino condannati o siano considerati una minaccia all’ordine pubblico.

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Ufficio Stampa