Dal Territorio

Sanità privatà, la mancata firma uno schiaffo a lavoratori e politica

(Bologna, 4 agosto 2020) Dopo 14 anni di mancato rinnovo, 3 anni di trattativa e vertenze, una preintesa molto sofferta, sottoscritta il 10 giugno scorso, Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) si sono sottratte alla firma definitiva del contratto collettivo nazionale della sanità privata. La mancata ratifica aggiunge un ulteriore danno a lavoratori, che durante l’emergenza Covid sono stati definiti unanimemente eroi, mentre ora vengono, ancora una volta, umiliati e danneggiati professionalmente e al sistema sanitario pubblico che continua ad assicurare ai gestori privati ingenti profitti.

Nel territorio metropolitana sono coinvolte 25 strutture e circa 1.600 lavoratori, per i quali le differenze economiche, rispetto ai professionisti della sanità pubblica, su base annua, vanno dai 3.400 euro ai 1.100 euro, in base al profilo di inquadramento. Differenze che sarebbero state interamente colmate con il rinnovo.

“Ribadiamo – come Cisl Fp- perciò quanto già espresso prima del raggiungimento della preintesa: non è possibile sottoscrivere ulteriori contratti con le strutture private che non rinnovano il contratto di lavoro ai propri dipendenti. Il riferimento è ovviamente a quanto dovrà succedere sul territorio metropolitano, in settembre, con il piano di riordino sanitario delineato nei giorni scorsi”.

“Sarà – prosegue la sigla del pubblico impiego della Cisl – un autunno caldissimo, come organizzazioni sindacali reagiremo con forza. E’ già stato indetto sciopero a livello nazionale e già domani, mercoledì 5 agosto, saremo in manifestazione davanti a Montecitorio, a Roma. Nel mese di agosto seguiranno , inoltre, ulteriori iniziative davanti alle strutture più rappresentative che svolgeremo a oltranza. Chiediamo anche che la politica e le istituzioni reagiscano in quanto si tratta di un attacco anche a loro, soprattutto dopo la lettera della settimana scorsa del Presidente della Conferenza Stato Regioni, Stefano Bonaccini, che assicurava gli impegni a carico del pubblico a proposito della copertura parziale dei costi del rinnovo. A ciò si aggiunge che il peggioramento delle condizioni di lavoro mette d’altra parte anche a rischio il servizio offerto”.

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Ufficio Stampa