Dal Territorio

Anche i 17 navigator reggiani prorogati. Papaleo, Cisl: “Ora crescano i lavori utili””

Rosamaria Papaleo

(Reggio Emilia, 27 marzo 2021) E’ arrivata la proroga per i navigator. Il loro contratto era in scadenza il 30 aprile 2021. 2.978 quelli assunti in Italia – 17 a Reggio Emilia tra città e provincia – da Anpal (Agenzia nazionale politiche attive per il lavoro) con un rapporto di lavoro a tempo determinato. La soluzione con una conferma fino al 31 dicembre 2021 è arrivata con l’approvazione del Decreto Sostegni, recentemente pubblicato.
“Ai cosiddetti navigator – spiega Rosamaria Papaleo, segretaria Cisl Emilia Centrale con delega alle politiche attive per il sostegno al lavoro – compete di aiutare i beneficiari del reddito di cittadinanza a trovare un lavoro. Sono figure centrali per l’assistenza tecnica fornita da Anpal Servizi ai Centri per l’Impiego. In Emilia-Romagna ne sono presenti 147, relativamente pochi, 17, quelli nella nostra provincia”.

“Per noi – aggiunge Papaleo – fu un errore collegare un ammortizzatore sociale come il reddito di cittadinanza alle politiche attive del lavoro. Di fronte alla situazione attuale, chiediamo che la proroga del contratto di collaborazione dei navigator non sia fine a se stessa, ma dimostri di inserirsi in un progetto più ampio di revisione delle politiche attive del lavoro, in modo che questi operatori possano essere più efficaci nella riqualificazione professionale di coloro che ora sono ai margini del mercato del lavoro”.

Al 31 dicembre 2020 in provincia di Reggio sono state autorizzate 13.736 redditi di cittadinanza, il 60% circa di 17.756 domande – 1.800 autorizzate solo nel Comune di Reggio – , per un importo medio di 488 euro, distribuiti in 5.590 nuclei famigliari. La Cisl precisa che non tutti i percettori del reddito di cittadinanza sono “occupabili”, cioè adulti tenuti a firmare un Patto per il Lavoro. 82 i progetti avviati dai Comuni in provincia a febbraio 2021, usufruiti da 225 beneficiari, titolari appunto di reddito di cittadinanza.

Dal reddito di cittadinanza a un lavoro utile

Diversi Comuni hanno colto la possibilità di attivare progetti destinati ai titolari di reddito di cittadinanza, con l’intermediazione dei navigatori. Sono i cosiddetti Puc (Progetti utili alla collettività): destinati infatti a supportare per esempio gli operatori socio-sanitari nei triage degli ospedali Ausl dove verificano l’adozione dei dispositivi di protezione da parte degli utenti, misurano la temperatura all’ingresso o regolano l’afflusso e verificano il distanziamento all’entrata degli uffici pubblici.
Nell’ambito dei patti per il lavoro e per l’inclusione sociale stipulati dal Ministero delle Politiche Sociali, i beneficiari del reddito di cittadinanza sono tenuti a svolgere progetti utili alla collettività nel Comune di residenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili a 16. È un vero e proprio obbligo: chi si rifiuta non avrà più diritto al sostegno economico. Ci sono gli esenti (reddito tra i 4.800 e 8.145 euro, universitari, pensionati e disabili), ma tutti potrebbero aderire come volontari. Responsabili di redigere i progetti sono i Comuni che possono appaltare l’organizzazione ad enti gestori terzi. Il principio cardine è che le attività previste non debbano essere in alcun modo assimilabili ad attività di lavoro subordinato, parasubordinato o autonomi. Dunque, lavori non sostitutivi di quelli ordinari, ma al massimo di supporto.

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