Dal Territorio

2 giugno: Rosamaria Papaleo: “75esimo anniversario del voto alle donne, ma ancora troppe discriminazioni”

Rosamaria Papaleo

(Reggio Emilia, 1°giugno 2021) “Il 2 giugno non è solo il 75 esimo anniversario della nascita della Repubblica italiana, ma anche della prima partecipazione al voto delle donne, che il 2 giugno 1946 furono ammesse al referendum istituzionale. A distanza di 75 anni, però, permangono ancora diseguaglianze tra uomo e donna, sia nella società che nel mondo del lavoro.

A Modena ha fatto scalpore il caso della pallavolista Lara Lugli, citata per danni dalla sua società perché rimasta incinta durante il campionato. Non sappiamo con esattezza quante altre Lara Lugli ci sono, a Modena e in Italia, ma sappiamo che l’ultimo anno e mezzo di pandemia ha peggiorato la condizione femminile.

Eppure in questi decenni il sindacato, a volte in autonomia, più spesso facendo rete con le associazioni, attraverso il confronto, anche serrato, con le istituzioni ha svolto sempre un’azione finalizzata al cambiamento sociale e culturale del Paese. Ora questo cambiamento non è più rinviabile e dobbiamo cogliere l’opportunità che ci consegna un evento drammatico come la pandemia per far sì che la diversità sia un valore.

Ci preoccupa lo sblocco dei licenziamenti, che potrebbe impattare soprattutto sulle donne in quanto i settori economici ancora in sofferenza sono quelli con prevalenza di manodopera femminile. Ci preoccupa lo smart working non contrattato e regolamento, che può portare le donne all’isolamento sociale.

Nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) manca il pilastro dedicato a donne e giovani, ma esiste solo una condizionalità. Il Pnrr parla di 152 mila bimbi al nido come obiettivo, con un investimento di 2,4 miliardi di euro, un miliardo in meno rispetto alla bozza precedente. Purtroppo non si sa a quanto ammontano le risorse per i nidi, visto che la cifra di 4,6 miliardi comprende anche la scuola per l’infanzia e altri servizi per la famiglia. L’Emilia Romagna è tra le regioni con maggiore copertura dei servizi dell’infanzia: 89,4%, a fronte del 59,6 % dell’intero Paese.

Nonostante questo, però, permane un alto tasso di dimissioni delle lavoratrici madri e tra i motivi c’è il costo dei servizi per l’infanzia.

Allo scopo di incentivare la domanda e contribuire ad abbattere i costi sostenuti dalle famiglie è stato introdotto il bonus asili nido, che nel 2019 in Emilia-Romagna ha visto accolte 34.805 domande. Il bonus nel prossimo anno verrà inglobato nell’assegno unico, una misura nella quale riponiamo fiducia, soprattutto per la sua universalità.

Siamo soddisfatti anche per la condizionalità della percentuale (30%) di quote giovani e donne negli appalti, in quanto pensiamo che incentivi l’occupazione.

Bisogna puntare su una politica di remunerazione e carriera nelle imprese. Il Pnrr fa riferimento alla certificazione della parità di genere. Tale obiettivo è perseguibile favorendo la trasparenza per rendere più vincolanti le comunicazioni sulle retribuzioni e il numero di dipendenti diviso tra uomini e donne, nonché la distribuzione delle gerarchie all’interno delle imprese per ridurre il differenziale salariale.

La Cisl auspica di superare la difficoltà e, 75 anni dopo il primo voto delle donne, passare dalle idee su come ridurre la diseguaglianza di genere all’agenda politica che metta questo obiettivo tra
i prioritari”.

Rosamaria Papaleo (Segreteria Cisl Emilia Centrale)

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