Dal Territorio

Castelfrigo, Cisl: «L’accordo è un’opportunità per l’intero distretto modenese lavorazione carni»

(Modena, 4 gennaio 2018) «L’accordo siglato con Castelfrigo garantisce la continuità produttiva dell’azienda e la sua permanenza sul territorio, salva 140 posti di lavoro e getta le basi per un ulteriore aumento dell’occupazione.
Senza quell’accordo, oggi avremmo 215 lavoratori in mezzo alla strada». Lo afferma la Fai Cisl Emilia Centrale, il sindacato degli alimentaristi che, insieme alle rsu di Castelfrigo (regolarmente elette) e le rsa delle due cooperative Ilia D.A. e Work Service, ha firmato il verbale d’accordo per l’assunzione, da parte di un’agenzia di somministrazione, di 52 dipendenti delle due coop.
«Sono anni che ci battiamo per il ripristino della legalità e contro le cooperative spurie nel distretto modenese delle carni – ha dichiarato stamattina il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta in un’affollata conferenza stampa – L’accordo di Castelfrigo è un’opportunità per l’intero distretto e lo diremo anche al tavolo della Provincia, convocato domani».
Stamattina i rappresentanti della Cisl e della Fai Cisl Emilia Centrale hanno spiegato nei dettagli come si è arrivati all’accordo con Castelfrigo firmato il 27 dicembre scorso.
«Dopo che le due coop hanno disdettato l’appalto e annunciato il licenziamento di tutti i lavoratori, abbiamo convinto Castelfrigo a cambiare la sua politica e internalizzare le attività che per anni aveva affidato all’esterno – ha detto Daniele Donnarumma, operatore Fai Cisl Emilia Centrale – Ottenuto questo primo importante risultato dopo una trattativa lunga e difficile, condotta senza clamore e con l’appoggio dei lavoratori, abbiamo chiesto all’azienda di assumere direttamente tutti i lavoratori delle cooperative coinvolti nella vertenza, indipendentemente da chi stava scioperando e chi, invece (circa la metà) ha sempre continuato a lavorare. Perché non va dimenticato che, accanto al diritto di scioperare, esiste anche il diritto di non scioperare».
«Noi abbiamo consigliato ai lavoratori di proseguire l’attività perché in quel momento era l’unico modo che avrebbe permesso a Castelfrigo di superare le forti difficoltà causate da un calo di commesse dovuto esclusivamente al danno d’immagine – ha aggiunto il segretario generale della Fai Cisl Emilia Centrale Vittorio Daviddi – Le persone che, tra insulti e minacce, hanno continuato a lavorare, così come gli 88 dipendenti diretti di Castelfrigo, hanno di fatto garantito la sopravvivenza dell’azienda. Senza il loro impegno oggi saremmo qui a raccontare un’altra storia».
Tornando alla richiesta Cisl di stabilizzare tutti i lavoratori licenziati dalle coop, quando l’azienda ha risposto che non avrebbe potuto assumerli tutti, ma solo una parte, e che l’avrebbe fatto solo attraverso un’agenzia interinale (la quale, a sua volta, aveva già il suo organico da inserire), la Cisl ha contrattato e ottenuto l’assunzione dei 52 profili professionali già presenti in azienda.
«Non solo, a queste persone viene applicato il contratto nazionale di lavoro dell’industria alimentare e l’integrativo aziendale. In altre parole, sono equiparate in tutto e per tutto ai loro colleghi dipendenti diretti di Castelfrigo – hanno sottolineato Daviddi e Donnarumma – Questa, però, è solo la prima tappa del percorso avviato con l’accordo, perché il nostro obiettivo è arrivare all’assunzione di chi per ora è fuori non perché ha scioperato, ma perché oggi non c’è sufficiente lavoro per tutti. Una situazione, questa, che speriamo di superare presto. Abbiamo, infatti, la ragionevole speranza che, nel giro di pochi mesi, Castelfrigo possa tornare ai suoi abituali livelli di fatturato e, conseguentemente, di occupazione».
«Ci dispiace che altre organizzazioni, le quali hanno intrapreso strade diverse che non condividiamo ma rispettiamo, contestino un accordo che salvaguarda 140 posti di lavoro. A livello regionale, comunque,
– ha concluso il segretario generale della Fai Cisl Emilia-Romagna Daniele Saporetti – siamo unitariamente impegnati, come dimostra il documento firmato il 29 dicembre scorso da Regione, Cgil Cisl Uil, associazioni di rappresentanza delle cooperative e con il placet di Confindustria».

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