Comunicati Stampa Sociale e Sanità

Coronavirus, allarme Cisl: “Dal DL 14 risposta insufficiente sulla quarantena del personale sanitario”

(Bologna, 11 marzo 2020) Nel Decreto Legge n. 14 emanato dal Governo per realizzare (giustamente) misure urgenti per il potenziamento della sanità in ragione dell’emergenza da coronavirus, è contenuto un errore a danno dei lavoratori della sanità. Viene infatti disapplicata la quarantena attiva al personale sanitario che ha avuto contatti stretti con soggetti positivi al virus, prevedendola esclusivamente dal momento in cui gli stessi operatori sanitari manifestino la sintomatologia respiratoria o un esito positivo per COVID-19.

Tutto ciò, per giunta, in carenza di dispositivi di protezione individuale. Viene quindi a mancare la necessaria sicurezza per gli operatori sanitari e le persone che garantiscono i servizi pubblici essenziali: non applicare loro la quarantena espone a maggiore rischio i familiari e, di conseguenza, i cittadini.

Proprio in una fase in cui dovrebbero essere assicurate al personale tutte le misure preventive possibili per scongiurare l’indebolimento organizzativo dei servizi dedicati alla popolazione, proprio a causa dei forti rischi di infezione a cui sono sottoposti gli operatori della sanità e dei servizi pubblici essenziali.

L’esposizione al contatto con persone positive senza aver potuto utilizzare i dpi (dispositive di protezione individuale, come le mascherine) renderebbe necessario l’immediata applicazione del tampone sul personale, proprio per escluderne la positività del contagio e, fino all’esito, non si dovrebbe essere costretti a riprendere il lavoro e, nel contempo, si dovrebbero seguire le regole della quarantena. Questa la misura di sicurezza minima.

Invece gli ausili sono ancora insufficienti e, di conseguenza, si metteno a rischio chi sta portando il carico maggiore di questa situazione. Ora sono assolutamente necessari investimenti e procedure di acquisto emergenziali e bisogna mettere in campo tutti gli strumenti per assicurare che i rifornimenti arrivino in tempo e siano tempestivamente messi a disposizione di tutti gli operatori sanitari.

In questo momento, più che mai, la loro presenza è essenziale nel nostro sistema sanitario. Una risposta insufficiente, quella del decreto, anche dal punto di vista delle assunzioni, per cui si vedono già le prime avvisaglie di possibili competizioni tra Regioni per “accaparrarsi” il personale.

È evidente invece che si debba invece partire immediatamente con un reclutamento straordinario di personale e con il coinvolgimento del privato accreditato per fare rete e fronteggiare l’emergenza. Una risposta insufficiente anche per le risorse, in quanto allo stato attuale tutte le assunzioni individuate, comprese quelle necessarie ad attivare le unità speciali di continuità assistenziale, vengono finanziate con le attuali risorse del FSN, per cui il tanto acclamato potenziamento alla resa dei conti non c’è.

Di questo ne subiranno le conseguenze in primis i cittadini e i dipendenti. Non solo non vengono finanziate le assunzioni, ma non si prevede nessuna valorizzazione per chi oggi si sta facendo carico del peso di questa situazione. Abbiamo sentito molti riconoscimenti dal Governo sul valore e l’abnegazione del personale della sanità, e lo abbiamo apprezzato, ma ora sono i fatti a parlare, e i fatti nel decreto mancano. Ma la Cisl non si arrende e continuerà a rivendicare i sacrosanti riconoscimenti ai lavoratori con ancora più forza.

La segreteria

CISL Emilia Romagna

La segreteria

CISL FP Emilia Romagna

Sull'Autore

Ufficio Stampa