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La formazione in Emilia-Romagna come guida per il cambiamento: ‘Dal 2022 Fondimpresa ha formato 238.000 lavoratori’

(Bologna, 20 ottobre 2025) Dal 2022 ad oggi 238 mila lavoratori delle imprese dell’Emilia-Romagna hanno partecipato a corsi formativi finanziati da Fondimpresa, Fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria e CGIL CISL e UIL.

I piani formativi presentati dalle imprese emiliano-romagnole presentati dal 2022 ad oggi hanno permesso di realizzare quasi 3,9 milioni di ore di formazione per un valore complessivo di oltre 152 milioni di euro.

Le imprese dell’Emilia-Romagna aderenti a Fondimpresa, il maggiore tra i Fondi interprofessionali, sono circa 12.500, con quasi mezzo milione di occupati.  Il Fondo consente di utilizzare le risorse dello 0,30% del monte salari tramite due strumenti: gli Avvisi nazionali e il Conto Formazione di ogni azienda.

Sono alcuni dei dati illustrati in occasione dell’incontro “Investire nel capitale umano: la formazione che guida il cambiamento organizzato oggi a Bologna dall’Articolazione Territoriale di Fondimpresa per l’Emilia-Romagna.

William Ballotta

Si evidenzia una grande vivacità delle piccole imprese: il 52% delle imprese che hanno organizzato corsi di formazione con Fondimpresa ha meno di 50 dipendenti. Oltre il 90% dei lavoratori e delle lavoratrici interpellati/e ha ritenuto i contenuti della formazione in linea con le proprie esigenze lavorative.

Lo scenario generale è noto, con vari fattori di criticità per le imprese e per le lavoratrici e i lavoratori dell’Emilia-Romagna, dagli instabili scenari geo-politici all’aumento dei costi dell’energia, da un mercato del lavoro caratterizzato da una crescente dinamicità e fragilità, da nuove forme di flessibilità e da esigenze di adeguamento dei livelli salariali, fino alla recente introduzione dei dazi imposti dagli USA che colpiscono tutti i settori a forte esportazione.

Una situazione che impone alle imprese emiliano-romagnole di far crescere professionalmente a 360 gradi le lavoratrici e i lavoratori, che diventano così detentori e portatori di competenze, capacità, abilità, da trasferire e condividere in azienda al fine di una crescita comune, con una crescente sinergia tra le componenti tecniche e trasversali della formazione aziendale.

Le attività formative puntano a soddisfare i fabbisogni derivanti dall’innovazione già introdotta o in via di introduzione e dalle sue ripercussioni a livello organizzativo. Ne consegue anche che i/le responsabili aziendali sono sempre più impegnati/e a prevedere i fabbisogni formativi in funzione delle transizioni in atto a livello aziendale. Il reperimento di figure professionali ad elevata qualificazione, o con determinate specializzazioni, porta la formazione ad intrecciarsi con i processi di selezione, onboarding e retention, al fine di favorire, fin dall’ingresso in azienda, una crescita parallela di competenze individuali e collettive che assicuri un vantaggio competitivo sul mercato.

Le competenze più richieste dalle imprese riguardano le soft skills sulla gestione di situazioni incerte e di organizzazioni aziendali sempre più articolate e complesse, ad esempio responsabilità su processi e risultati, capacità di comunicazione e di lavoro in team. Ad esse si uniscono competenze manageriali e di coordinamento per sostenere le necessarie flessibilità gestionali, come project management e gestione dei conflitti. In quest’ultimo anno, infine, l’irruzione dell’IA ha richiesto lo sviluppo in tempi rapidi di competenze per comprenderne il funzionamento, ottimizzarlo in base alle esigenze aziendali e farne un uso consapevole e critico, ossia tenendo presente che vi sono conoscenze e abilità non delegabili all’IA.

L’incontro è stato introdotto da William Ballotta, Vicepresidente dell’AT Emilia-Romagna, e Maurizio Bernava, responsabile della Direzione Strategia e Sviluppo di Fondimpresa. Tommaso Termanini e Paolo Minguzzi, dell’AT Emilia-Romagna, hanno poi illustrato l’andamento di Fondimpresa in regione e i risultati rilevati nell’ambito delle attività di monitoraggio realizzate.

In seguito, si è tenuta una tavola rotonda sui fabbisogni di competenze e professionalità ritenuti strategici per governare i cambiamenti in corso e futuri, a cui hanno partecipato Nicola Vulpinari, Direttore Risorse Umane di ATL Group, Giorgia Ghirardelli, HR Manager di Modula, e i componenti RSU Giovanni Bombacigno di Alberto Sassi e Simona Manghi di Parmalat.

Al termine della tavola rotonda Massimiliano Serati, Dean della LIUC Business School, ha approfondito il tema dell’importanza del sapere come “chiave” per il futuro, ponendo l’accento sulla conoscenza come elemento fondamentale per navigare scenari economici e tecnologici complessi, ed evidenziando l’urgenza di riconoscere e far crescere il capitale umano attraverso adeguate politiche di HR.

Hanno concluso i lavori il presidente dell’AT Emilia-Romagna, Luca Rossi, e Amarildo Arzuffi, responsabile della Direzione Strategia e Marketing di Fondimpresa.

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