Dal Territorio

Romagna. Lavoratori dipendenti e pensionati più poveri

(Cesena, 22 gennaio 2018) “Diminuiscono i redditi dei lavoratori dipendenti (-1,5%)  e dei pensionati (-0,5%) romagnoli rispetto all’anno precedente, ma Ravenna, nonostante una riduzione più incisiva rispetto alle altre province, risulta ancora la provincia con i redditi più alti”.

E’ questa l’estrema sintesi fatta da Filippo Pieri, segretario generale della Cisl Romagna, nel presentare uno studio realizzato dal sindacato su un campione di oltre 53.000 dichiarazioni dei redditi 2016, effettuate presso i CAF Cisl del territorio romagnolo.

 “Dati – continua il sindacalista – che rappresentano solo una media del nostro campione, ma danno delle indicazioni ben precise, e tra queste l’evidenza che la crisi ha eroso un po’ di reddito dei cittadini del nostro territorio. Un’erosione che è maggiore per i redditi più alti e meno incisiva per gli altri, siano essi da pensione che da lavoro dipendente”.

Altra indicazione di rilievo: in provincia di Ravenna i redditi dei lavoratori e dei pensionati sono sostanzialmente simili, con una differenza di 11,30 €, mentre negli altri territori lo scostamento è più marcato: 1.351 € per Forlì-Cesena e 1.177 € per Rimini. “Incrociando questo dato con quello del Ministero delle Finanze, si riscontra anche come le pensioni dei ravennati siano leggermente più alte degli altri romagnoli” specifica il segretario cislino.

Mentre, dall’analisi dei redditi dei lavoratori dipendenti, si nota come Ravenna abbia un importo maggiore rispetto a quelli di Forlì-Cesena di € 144,02 e di ben € 1.681,14 su quelli di Rimini. “Questi numeri – continua Pieri – dicono chiaramente che Rimini è un territorio con imprese a basso valore aggiunto, caratteristica che in qualche maniera può essere giustificata dal fatto che il settore turistico sia quello trainante: tuttavia non bisogna far finta di non vedere le pericolose ricadute sociali che il perpetuarsi di questa situazione reddituale può generare nel lungo periodo. A ciò si aggiunga che il lavoro irregolare continua ad essere, purtroppo, una piaga ancora aperta con cui ci confrontiamo e che denunciamo da tempo”.

La forbice si allarga notevolmente tra i redditi dei pensionati romagnoli: tra il ravennate, che ha il reddito più alto, ed il riminese, che ha quello più basso, c’è un divario di ben € 2.846,84 con i pensionati di Forlì-Cesena che sono circa a metà.

“Una situazione che è figlia dei salari e degli stipendi nonché dei relativi contributi pensionistici versati – sottolinea il segretario della Cisl Romagna – e per questo è indispensabile alzare la qualità delle imprese e del lavoro in Romagna. Perché redditi di lavoro bassi daranno pensioni basse, aprendo un problema di sostegno sociale con costi più alti e rischio di diminuzione dell’intervento pubblico”.

“Un’analisi – conclude il sindacalista Cisl – che non resterà isolata, ma che, insieme ad altri studi  che abbiamo realizzato su varie tematiche economiche e sociali del nostro territorio, costituirà la base su cui la Cisl Romagna nelle prossime settimane chiederà a Istituzioni, imprese e università di aprire un confronto per trovare soluzioni condivise che portino il lavoro e la persona al centro di uno sviluppo sostenibile e duraturo”

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Ufficio Stampa