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Sanità, niente bonus agli interinali: Cisl, «Inaccettabile, non sono “eroi di serie B”»

(Modena, 24 giugno 2020) «Per noi non è più accettabile il perdurare della situazione creatasi nei confronti dei lavoratori somministrati impegnati nella sanità. Per questo Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uil Temp hanno proclamato lo stato di agitazione nazionale per i lavoratori somministrati del comparto sanitario.
A livello regionale abbiamo chiesto con urgenza l’apertura di un tavolo sui bonus ai lavoratori somministrati della sanità e non ci fermeremo di fronte a questa ingiustizia sociale.
Se le istanze denunciate non dovessero trovare accoglimento, ci riserviamo di mettere in atto ulteriori azioni di protesta».

Lo dichiara Claudia Rizzo, sindacalista della Felsa Cisl Emilia-Romagna (sindacato lavoratori somministrati autonomi atipici) commentando la vicenda di Martina Albano, l’infermiera interinale che ha denunciato alla Gazzetta di Modena di non aver ricevuto i mille euro di bonus erogati dalla Regione Emilia-Romagna agli operatori sanitari impegnati nell’emergenza da coronavirus.

«Nonostante i nostri solleciti per un’applicazione corretta del principio della parità di trattamento prevista dalla legge, anche in Emilia-Romagna i lavoratori somministrati sono esclusi dai trattamenti economici integrativi in favore del personale sanitario impegnato durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19 – afferma Rizzo – Purtroppo quello di Martina, che ha parlato anche con noi, non è l’unico caso. Non abbiamo numeri esatti, ma nella sua situazione si trovano svariate decine di operatori interinali.

Non sono “eroi di serie B”, ma persone che sono state in prima linea garantendo il funzionamento del servizio sanitario nazionale e che, nonostante i rapporti di lavoro temporanei, hanno sempre dato piena disponibilità, con grande senso di responsabilità e spirito di sacrificio. Adesso – continua Rizzo – dovranno anche loro rientrare nelle premialità definite per i lavoratori del comparto sanitario, altrimenti si realizzerà una clamorosa ingiustizia sociale ed economica.

A questo si aggiunge il silenzio dei ministeri della Salute e della Pubblica amministrazione, che non hanno ritenuto necessario rispondere alle nostre preoccupazioni e sollecitazioni.

È necessario che anche la Conferenza Stato-Regioni si assuma le proprie responsabilità definendo l’applicazione della parità di trattamento.

Permane, infine, la nostra richiesta di superare le disposizioni previste dalla “legge Madia” che, per i lavoratori somministrati, – conclude la sindacalista della Felsa Cisl Emilia-Romagna – non prevede il riconoscimento dell’anzianità lavorativa ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici».

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Ufficio Stampa