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Tesseramento 2019, la Cisl ER continua a crescere: +3mila iscritti. Pieri: “Bene, ora ancora più impegno per i giovani”

(Bologna, 11 febbraio 2020) Nel 2019 sono oltre tremila (3055) gli iscritti in più per la Cisl Emilia Romagna, la conferma di un trend di crescita che ha portato il sindacato di via Milazzo ad essere, con 313.956 adesioni, la terza Cisl in Italia per numero di iscritti, dopo Lombardia e Veneto. E’ quanto emerge dai dati definitivi sul tesseramento annuale, ottenuti dal confronto con l’anno precedente e presentati ieri pomeriggio a Bologna nel corso dell’Esecutivo regionale cislino.

“Siamo molto contenti, i numeri attestano ciò che già si percepiva chiaramente: una Cisl in ottima salute che continua a crescere nei differenti ambiti produttivi. In particolare, in termini assoluti, i miglioramenti più sostenuti sono arrivati dai settori dei trasporti (+1351 tessere),  del pubblico impiego (+1294), del commercio e terziario (+869), dei metalmeccanici (+488) e degli ‘atipici’ (+486)”, ha dichiarato un soddisfatto Filippo Pieri, segretario generale regionale. Altra nota positiva arriva dalla categoria dei pensionati (Fnp), che dopo anni di flessione hanno invertito la tendenza aumentando di 646 iscritti rispetto all’anno precedente.

I giovani restano uno dei punti cardine su cui si focalizzano le politiche della Cisl, ed anche qui i numeri sembrano indicare un’organizzazione sulla strada giusta, con gli under 35 che sono poco sotto la soglia dei trentatremila e rappresentano quasi il 19% (18,75%) del totale degli “attivi”. “Da tempo – ha proseguito il numero uno della Cisl regionale – ci concentriamo sui giovani, perché è da loro che passa la speranza di un futuro migliore per il nostro paese. Sono loro i veri protagonisti del cambiamento, e questo vale anche per la nostra organizzazione. Noi li dobbiamo aiutare a riscoprire i valori positivi del lavoro, della dignità della persona, della legalità, della solidarietà, ma nel contempo occorre creare le condizioni che garantiscano più eguaglianza, più tutele, diritti, un lavoro stabile e salari dignitosi”.

Nel computo generale degli iscritti, le donne (53,69%) superano gli uomini (46,31%), mentre gli stranieri sono poco oltre il 16% del totale.

Stranieri che in alcuni settori sono una parte consistente della forza lavoro, come in quello dell’agroalimentare (51,68%), dell’edilizia (48,54%), dei trasporti e logistica (42,42%), del commercio e terziario (39,14%) e del metalmeccanico (30,97%).

“Lavoratori che oltre ad essere un valore aggiunto per la nostra economia (difatti tutte le analisi dimostrano inequivocabilmente che il lavoro migrante, ben tutelato e retribuito, resta fondamentale per produrre le nostre eccellenze) risultano un indispensabile fattore strategico perché vanno a svolgere ruoli e mansioni che non sempre sono semplici da reperire sul mercato. Tanto che lo stesso lavoro diventa un veicolo straordinario d’ integrazione, capace non solo d’inserire la persona immigrata nel circuito produttivo, ma anche di  promuoverne la partecipazione alla vita della comunità. Il ripopolamento di alcune zone del nostro Appennino ne è un esempio lampante”,  ha proseguito Pieri.

In definitiva, i dati certificano la crescita costante dell’organizzazione sindacale e la rilevanza del ruolo politico e sociale svolto a difesa di lavoratori e pensionati. “Ma, al di là dei dati, è confortante – ha concluso Pieri –  il clima di  fiducia che giovani, donne, immigrati, lavoratori e pensionati continuano a dimostrare nei nostri confronti. A dimostrazione della perfetta aderenza alle rilevazioni del rapporto Eurispes (Rapporto Italia 2020) in cui la fiducia degli italiani nei sindacati risulta cresciuta di ben 8,5 punti (dal 37,9% al 46,4%). Un sentimento che ci spinge a proseguire con ancora più slancio la nostra azione e che ci porterà a fare ancora meglio”.

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