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Strutture protette per anziani in ER, ricerca Cisl e Unicatt sull’impatto sociale del Covid 19

(Bologna, 8 febbraio 2021) “Ripensare i servizi per anziani in Emilia-Romagna. L’impatto sociale del Covid 19 sulle strutture protette” è il tema della ricerca voluta dal sindacato Pensionati Cisl dell’Emilia-Romagna e svolta dal Centro di Ricerca Relational Social Work dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“L’obiettivo – spiega Loris Cavalletti, responsabile Fnp ER – è indagare l’impatto sociale dell’epidemia sulle persone anziane e sui servizi socio-assistenziali, per analizzare le conseguenze dell’isolamento e le misure di protezione attuate sulle persone anziane, i loro caregiver e gli operatori delle strutture protette. Così da avere chiari ambito e modalità di intervento”.
L’indagine nelle CRA (Case residenze per anziani, le strutture protette accreditate in Emilia-Romagna), in primis evidenzia che tutte si sono trovate ad affrontare: mancanza di DPI (mascherine, camici, guanti…), difficoltà nell’esecuzione dei test diagnostici, carenza di personale ed angoscia per una malattia che colpisce ospiti e lavoratori. Denominatore comune sono paura, confusione e disorientamento, percezione di “combattere contro un nemico invisibile” ed ospiti e operatori sono smarriti e senza certezze. Gli ospiti residenti in struttura descrivono sensazioni di vulnerabilità, aumento di dipendenza dagli altri e riduzione della propria capacità di scelta. Secondo l’indagine, l’autodeterminazione, la possibilità di partecipare a definire il proprio percorso assistenziale consente di strutturare percorsi più individualizzati per gli ospiti, lavorando ad esempio sui rapporti con i familiari o nell’organizzazione degli spazi. Analogamente, nelle interviste i caregiver esprimono preoccupazione e angoscia, ma nonostante queste sensazioni i famigliari comprendono la situazione di emergenza ed apprezzano gli sforzi degli operatori. Altro dato emerso con forza è il ruolo degli operatori socio sanitari, che affrontano con grande senso di responsabilità la gestione dell’epidemia, grazie ad una forte motivazione personale al lavoro di cura, definito da alcuni come una vera e propria “vocazione”. Infine, valore centrale nelle Cra è la relazione, per cui “gli operatori forniscono assistenza e gli ospiti aiutano gli operatori ad aiutarli meglio”. Da qui la necessità che le strutture protette siano luoghi di assistenza materiale e cura della salute fisica (maggiore offerta sanitaria), ma anche di ‘cura della relazione’ con spazi di privacy per gli ospiti ed opportunità di socializzazione. In Emilia-Romagna questa strada è stata intrapresa con il Fondo regionale per la non autosufficienza e la domiciliarità inserita in una rete di assistenza a 360 gradi con la residenzialità a supporto. Rete che va “innovata e potenziata”.

Per Antonio Amoroso, segretario Cisl Emilia-Romagna con delega al Sociale, occorre “rendere le strutture per anziani il più possibile accoglienti per cura e benessere”. Perché le Cra tornino ad essere comunità inserite nella comunità e nel territorio “va rafforzata la governance integrata di tutti i soggetti coinvolti: istituzioni, sindacati, terzo settore. E soprattutto predisporre più investimenti per infrastrutture e personale”.

Piero Ragazzini, segretario generale nazionale della Fnp in chiusura dei lavori non ha dubbi: “La ricerca è un contributo anche nazionale ed utile per il nostro prossimo congresso, perché tratta di persone con disabilità, non autosufficienti, che sono state persone forti e sono ancora vitali”. Pertanto, legge nazionale sulla non autosufficienza, riconoscimento dei livelli essenziali di assistenza, documento unitario delle richieste degli anziani, assistenza sociale e territoriale sono le priorità dell’impegno sindacale. “Per cambiare strada –osserva Ragazzini- i valori del lavoro e della persona, attraverso la concertazione e la partecipazione, saranno al centro del nostro prossimo incontro con il nuovo governo”. Il Covid -rimarca il leader Fnp- impone che tutti insieme ripartiamo dalla centralità dei deboli, degli ‘scartati’, a causa della finanzalizzazione dell’economia. E che sia rimesso al centro il sindacato, perché c’è bisogno di chi li difenda”. (Fonte: Ufficio stampa Fnp ER)

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