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Caldo, Pieri: “Bisogna andare oltre l’ordinanza, tanti i settori in difficoltà che non rientrano nel provvedimento della Regione. Il protocollo nazionale un buon esempio”

(Bologna, 5 luglio 2025) “L’ordinanza sull’emergenza caldo è uno strumento utile che dà indicazioni precise, ma bisogna andare oltre e mettere in campo misure strutturali, ormai le condizioni climatiche estreme stanno diventando la normalità e il problema si presenta anche per tanti altri settori produttivi non indicati nel provvedimento emanato dalla Regione. Senza contare che anche negli stessi ambiti indicati nel testo di Viale Aldo Moro, le condizioni non sono le medesime, per questo va dato spazio alla contrattazione. Una contrattazione che sappia cogliere le specificità di ogni settore, di ogni comparto, di ogni territorio. E va proprio in questa direzione la richiesta che avanziamo da tempo di un protocollo regionale condiviso da istituzioni pubbliche, parti datoriali e sindacati, in questo senso un buon esempio arriva dal protocollo nazionale che le parti sociali hanno sottoscritto tre giorni fa presso il Ministero del Lavoro”.

Così questa mattina Filippo Pieri, a “La finestra sui fatti”, la rubrica settimanale che va in onda ogni sabato su Radio Flyweb, dove ha parlato delle gravi conseguenze conseguenze a cui è sottoposto il mondo del lavoro in queste settimane a causa di una devastante ondata di calore.

Un accordo, quello regionale, che nelle intenzioni di Via Milazzo potrebbe diventare un allegato dell’intesa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, siglata proprio in Emilia-Romagna nel settembre del 2022. Tant’è che un ruolo importante, insieme a quello degli enti bilaterali, lo giocherebbero proprio i cosiddetti “tavoli territoriali”, costituiti per l’appunto grazie a quel documento sottoscritto nel 2022. “Siamo una regione vasta, con condizioni climatiche, ambientali e settori produttivi molto differenti, di conseguenza i “tavoli territoriali”  sarebbero efficaci strumenti per cogliere le specificità di un’area, così come preziosa potrebbe essere l’esperienza portata in dote dagli enti bilaterali in termini di salute e sicurezza”, ha rimarcato Pieri.

Insomma, quello a cui pensa la Cisl è uno strumento che consenta di superare l’emergenza e metta in campo misure strutturali e condivise per ripensare l’organizzazione del lavoro, e quindi “riprogettare modalità, tempi e anche luoghi di lavoro”. Ed è per questo che secondo il segretario generale della Cisl Emilia-Romagna il protocollo sottoscritto dalle parti sociali il 2 luglio presso il Ministero del Lavoro può essere un buon punto di partenza a cui ispirarsi. Visto che, tra l’altro, nell’intesa romana s’individuano anche strumenti operativi per gestire le sospensioni dal lavoro attraverso gli ammortizzatori sociali; si dà la possibilità di adottare misure stabili anche in altri casi di emergenze e non solo per le ondate di calore, ed è evidente che per “l’Emilia-Romagna il pensiero va subito a frane e alluvioni”; si assegna un ruolo importante ai rappresentanti dei lavoratori nella salute e sicurezza, sia in ambito aziendale sia territoriale”.

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