Dal Territorio

Scuola: non basta parlare solo di trasporti, ma anche di ciò che accade dentro le scuole

(Modena, 9 dicembre 2020) Giusto parlare dei trasporti, ma anche della salute e sicurezza dentro le scuole, fondamentale per la tenuta dell’intero sistema scolastico. Lo affermano i sindacati modenesi della scuola commentando il confronto avviato in questi giorni dalla prefettura con gli enti locali, aMo (Agenzia per la mobilità di Modena), Seta e le amministrazioni scolastiche.

Per Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola il dibattito interviene opportunamente su quello che si è rivelato uno dei nodi critici della scuola in presenza: il sistema dei trasporti, penalizzato da anni di mancati investimenti, che in questa fase critica ha dimostrato tutta la sua fragilità e sul quale è urgente tornare a investire.

«Dobbiamo tuttavia registrare – sostengono i segretari di Flc Cgil Modena Claudio Riso, Cisl Scuola Emilia Centrale Antonietta Cozzo e Uil Scuola Modena Liviana Cassanelli – come le dinamiche di espansione del contagio abbiano travolto, purtroppo, il funzionamento delle nostre scuole nonostante i protocolli per la ripresa delle attività formative in sicurezza e in presenza.

L’enorme sforzo compiuto dalla scuola e dai suoi lavoratori che, fin dalla scorsa estate hanno operato, giorno per giorno, per adeguare gli ambienti educativi all’accoglienza degli studenti secondo i protocolli individuati dal Cts, rischia di essere vanificato anche nella prossima ripresa del 7 gennaio, se non accompagnato da azioni, provvedimenti e sinergie tempestive ed efficaci».

Per i sindacati, oltre che i trasporti, la criticità più pesante ha riguardato e riguarda ancora l’aspetto sanitario, in particolare i meccanismi di tracciamento e testing.
Anche in questi giorni le organizzazioni dei lavoratori ricevono segnalazioni di docenti esclusi dal sistema di tracciamento e ai quali non viene consentito di effettuare il tampone per verificare le proprie condizioni dopo aver avuto contatti potenzialmente rischiosi con persone risultate poi positive al Covid.

«A ciò si aggiunge il fatto che oggi il personale della scuola che necessita di tamponi e accertamenti non ha una corsia riservata di verifica – osservano Riso, Cozzo e Cassanelli – Vista la forte situazione di pressione sulle strutture sanitarie le risposte ai tamponi arrivano oltre le ordinarie 48 ore. Ciò comporta che il personale scolastico in isolamento fiduciario può lavorare a distanza, ma a scuola occorrono supplenti o personale in presenza. Più lungo è l’accertamento, più complessa è la risposta organizzativa della scuola, che in questa fase fatica a trovare i supplenti.

In questo contesto la qualità e la celerità del tracciamento sono fondamentali. La tutela della salute del personale, docenti e ata, è fondamentale per la tenuta del sistema scuola.
Biosgna tenere presente che il personale della scuola è fortemente esposto ai pericoli di contagio, per cui riteniamo sia necessario un sistema di test a tappeto: quindi non solo in caso di contatti a rischio o a studenti fragili, ma a scopo di prevenzione e che si ripeta ciclicamente fino al termine dell’anno scolastico».

I sindacati sottolineano, poi, l’importanza della prevenzione e sicurezza per la fascia d’età 0/6 anni, nella quale il distanziamento è impossibile e i contatti con gli alunni frequentissimi:
i dpi (dispositivi di protezione individuale) utilizzati oggi nelle scuole dell’infanzia sono le mascherine chirurgiche, mentre gli operatori scolastici chiedono di potere avere le mascherine FFP2 che assicurano una maggiore protezione. Inoltre l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuali deve essere continuo e coprire tutte le necessità, senza lesinare sulla spesa.

«Tra le criticità che permarranno alla ripresa non possiamo non sottolineare quella, annosa ma in questa fase ancora più insidiosa, del sovraffollamento delle classi – aggiungono i segretari di Cgil-Cisl-Uil scuola – Le scuole della nostra provincia, in particolare gli istituti superiori, non ne sono immuni, con classi che arrivano ad avere 27, 28 o anche 29 alunni. Numeri esponenzialmente alti che, in particolare nei mesi più freddi e in ambienti che non sono mai particolarmente spaziosi, non permettono di certo di insegnare in sicurezza e tranquillità assolute.

Per questo motivo riteniamo che servano iniziative urgenti sul tema degli spazi e dell’edilizia. Infatti gli ingressi differenziati, gli orari scaglionati, il metro di distanza (quando si riesce ad avere e condizionato all’immobilità degli studenti), da soli non bastano se poi nelle aule si sfiorano le trenta persone tra studenti e docenti».

Le organizzazioni sindacali ribadiscono di essere da sempre a favore della ripresa della scuola in presenza, ma con la garanzia della sicurezza per gli studenti, il personale e le famiglie, mettendo in atto tutto ciò che è necessario per conciliare il diritto all’istruzione con il diritto alla salute e sicurezza sul posto di lavoro e di studio, attraverso le misure necessarie e il coinvolgimento di tutti i soggetti, istituzionali e non, che possano concorrere a realizzare questo obiettivo.

«Confermiamo, infine, con chiarezza che, nel nostro ruolo di garanti delle migliori condizioni di esercizio del diritto al lavoro, studio e salute, continueremo a collaborare alla riapertura delle scuole e per il ritorno alla didattica in presenza, ma con la richiesta forte e imprescindibile che – concludono Claudio Riso (segretario Flc Cgil Modena), Antonietta Cozzo (segretaria Cisl Scuola Emilia Centrale) e Liviana Cassanelli (segretaria Uil Scuola Modena) – vengano assicurate adeguate garanzie di sicurezza e valide misure di prevenzione per la salute e l’incolumità di studenti e lavoratori».

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