“Con la telefonata di pochi giorni fa della premier Meloni al neo governatore si è avuto un’apertura significativa per cercare di affrontare insieme i disastri causati dall’alluvione in Emilia Romagna, si è resa manifesta la volontà del Governo e della nuova Presidenza regionale di lavorare insieme su questo tema. Aspetto importante, perché finora la vicenda è stata fortemente divisiva, fonte di tante polemiche, provocazioni e accuse reciproche. Invece, su temi così importanti, come il ripristino del territorio, l’indennità per chi ha subito danni e, soprattutto, il ridisegno e il ripensamento di tutto il sistema idrogeologico delle acque della nostra regione, diventa indispensabile una decisa spinta a lavorare insieme”, ha sottolineato il segretario generale della Cisl ER.
Poi, nel prosieguo dell’intervista ai microfoni dell’emittente bolognese, il leader regionale ha evidenziato come lo stesso Consiglio generale di mercoledì 27 novembre abbia avuto anche una valenza interna particolare, perché di fatto ha avviato formalmente in Emilia Romagna il percorso congressuale, iter che poi si concluderà appunto con il congresso nazionale Cisl previsto dal 16 al 19 luglio. “Un grande momento di democrazia, di confronto, di discussione e di ascolto”.
Infine, per concludere, il sindacalista ha risposto a una domanda di Matteo Cimatti sul sciopero generale nazionale proclamato ieri da Cgil e Uil, a cui la Cisl non ha partecipato. “Rispettiamo chi ha scioperato, ma pretendiamo altrettanto rispetto per chi ha deciso di non aderire. Ora è presto, nei prossimi giorni, con i dati ufficiali, vedremo il numero reale di adesioni. Ad ogni modo, è evidente che questa legge di bilancio non si meritava uno sciopero generale, perché tanti provvedimenti e tante risorse vanno nella direzione auspicata dal sindacato, vengono date molte risposte a chi noi rappresentiamo, lavoratori e pensionati”. Nello stesso tempo, su quelli che sono le note stonate della Manovra, Pieri ha sottolineato come la Cisl abbia messo in campo una forte azione di pressione su gruppi parlamentari, governo e partiti per apportare miglioramenti, in particolare su tagli agli organici della scuola, riduzione del turnover nella Pubblica Amministrazione, risorse per la sanità, pensioni minime e risorse per la non autosufficienza.