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Coronavirus. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: “Serve un riconoscimento economico anche per il personale della sanità privata”

Coronavirus. “Serve un riconoscimento economico anche per il personale della sanità privata, dove in alcune delle sue strutture mancano i DPI. Non sono lavoratori di serie b, la Regione si attivi per un incontro tra AIOP e parti sociali”

(Bologna, 17 aprile 2020) Ormai circa 10 giorni fa FP CGIL – CISL FP – UIL FPL hanno chiesto un incontro ad AIOP Emilia Romagna, l’associazione delle case di cura private, entrata, in seguito a un accordo con la Regione Emilia-Romagna, a pieno regime nella gestione dell’emergenza coronavirus. In alcune strutture del nostro territorio sono stati individuati interi reparti che accolgono pazienti Covid-19, in altri presidi ospedalieri privati ricadono attività urgenti non Covid-19 comunque trasferite da aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche in conseguenza alla gestione dell’emergenza sanitaria. Un’attività che si riversa su lavoratori e professionisti della sanità privata.

L’incontro è stato chiesto, in via urgente, per affrontare una serie di temi quali la carenza di DPI che in molte strutture rende tuttora insicura l’attività del personale sanitario, i tempi lunghi con i quali in molti casi si eseguono i tamponi o in molte circostanze non sono neppure eseguiti, la mancata partenza, a tutt’oggi, dello screening sierologico. Così come sta avvenendo nelle aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche in Emilia-Romagna, le organizzazioni sindacali hanno chiesto l’apertura del confronto e la contrattazione per valorizzare il grande impegno profuso dagli operatori sanitari anche del comparto privato mediante il riconoscimento di indennità per malattie infettive, maggiorazioni economiche e un riconoscimento specifico per chi è coinvolto nella gestione dell’emergenza Covid 19 e nel supporto delle aziende pubbliche per gli interventi chirurgici non differibili. Parallelamente, nei diversi territori, Cgil Cisl Uil hanno chiesto l’apertura di un confronto con le Direzioni delle diverse strutture sanitarie private sui medesimi temi, chiedendo un riscontro in merito alle procedure di apertura degli infortuni da Covid 19. Ad oggi non siamo a conoscenza del numero dei contagi e della loro incidenza nell’ambito della sanità privata regionale.

Alla richiesta di incontro ad AIOP Emilia Romagna e, in molti casi, alle richieste di incontro rivolte alle strutture sanitarie private, non vi è stato alcun riscontro. Così come non vi è stato riscontro da parte della Regione ad una richiesta di incontro sempre con AIOP e sindacati a seguito del protocollo sottoscritto AIOP -RER e che sta mettendo in grandi difficoltà alcune strutture private a causa dell’impegno di non mettere in ammortizzatori sociali i dipendenti impegnando le strutture private a ricevere pazienti COVID o non COVID e poi non facendo seguito in diverse realtà a tale invio. Questo fatto risulta incomprensibile alla luce di tante tragiche situazioni presenti sui territori. Il riconoscimento del ruolo di rappresentanza dei lavoratori è ancor più decisivo in questa fase delicata e drammatica.

I lavoratori della sanità privata intendono svolgere il loro servizio alla comunità in piena sicurezza, nella garanzia di poter svolgere il proprio dovere quotidianamente e nel miglior modo possibile e con la giusta valorizzazione. Lavoratori che, lo ricordiamo, sentono su di sé tutto il peso del blocco del Contratto Nazionale di Lavoro, fermo ormai da 13 anni. Per tutte queste ragioni CGIL CISL UIL ritengono che non sia più rinviabile l’apertura di un tavolo di confronto regionale. È il momento che AIOP e le case di cura mostrino la loro attenzione al riconoscimento dei diritti del personale sanitario. Chiediamo all’assessorato regionale di farsi carico di questa richiesta e dar corso ad un tavolo che chiarisca le problematiche del protocollo su cui l’Assessore recentemente ha dichiarato di voler fare un’integrazione vista la situazione delle RSA/CRA e immediatamente dopo che AIOP e le aziende della sanità privata assumano le proprie responsabilità nei confronti dei dipendenti già impegnati sul fronte COVID.

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