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Scuola immobile. Sindacati: “Le nostre rischieste inascoltate. Al di là delle parole, ecco cosa serve”

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(Bologna, 6 maggio 2021) Martedì 4 maggio scorso, si è tenuto l’incontro tra le organizzazioni sindacali e l’Ufficio scolastico regionale Emilia Romagna sull’organico dei docenti per l’anno scolastico 2021/2022.

I posti per l’Emilia Romagna sono 53.476 comprensivi dei posti di sostegno: gli stessi dello scorso anno. Al momento non si sa nulla riguardo alle risorse aggiuntive (il cosiddetto organico COVID) che lo scorso anno hanno consentito dal mese di ottobre di assumere temporaneamente circa 5000 unità tra personale docente e personale ATA, per fronteggiare la pandemia.

Gli studenti in Emilia Romagna avranno un calo decisamente contenuto rispetto ad altre regioni, circa lo 0,45% in meno (siamo la regione con il minor calo demografico), in particolare  nel primo ciclo con un aumento nella scuola secondaria di secondo grado.

La sola riconferma dell’organico ora assegnato, non sarà quindi sufficiente a garantire una regolare ripartenza del prossimo anno scolastico, necessaria per garantire il diritto allo studio degli studenti e a diminuire il numero di alunni per classe (vero argomento su cui agire per un investimento serio sulla ripartenza della scuola), che consentirebbe di tenere le scuole sempre aperte, in sicurezza, senza ricorrere alla Dad e a promuovere una più efficace azione didattica per recuperare in parte quello che la pandemia ha tolto ai nostri studenti.

Le nostre richieste sono ancora una volta inascoltate, nonostante a parole la scuola sia una delle priorità del governo.

Occorre l’adozione di misure straordinarie; servono investimenti in personale e stabilizzazioni massicce per consentire la didattica in presenza, per evitare assembramenti e ridurre il numero degli alunni per classe, occorre estendere il tempo scuola e la scuola dell’infanzia per recuperare l’abbandono scolastico tragicamente aumentato anche nella nostra regione, per dare supporto agli studenti più svantaggiati o più fragili garantendo a tutti, senza distinzione, il diritto allo studio. Serve anche potenziare il personale ATA di supporto, per garantire la sicurezza e le attività amministrative e tecniche.

Servono altresì luoghi fisici funzionali al distanziamento sociale: per questo sono urgenti interventi per l’edilizia scolastica e nuovi spazi dove poter fare lezione.

Così come vanno individuate altre soluzioni di riorganizzazione delle attività, oltre al piano estate varato dal governo (su cui rileviamo alcune criticità  sul piano del merito ma anche alcuni aspetti pratici di tipo organizzativo)  che agiscano sul versante del recupero delle carenze degli studenti e sulla  continuità didattica, valorizzando il ruolo delle autonomie scolastiche e i suoi organismi collegiali.

Ogni istituzione deve fare la propria parte per passare dalle intenzioni ai fatti, altrimenti esattamente come abbiamo denunciato lo scorso anno, ci ritroveremo a settembre 2021 con gli stessi problemi di sempre e a distribuire responsabilità senza preoccuparsi realmente del futuro dei nostri studenti e delle comunità scolastiche, sempre più mortificate e abbandonate a se stesse.

Nei prossimi giorni le OOSS scriventi, hanno organizzato in ogni territorio della regione un piano di assemblee per affrontare insieme alle lavoratrici e ai lavoratori le criticità descritte, attivando altresì una interlocuzione con i rappresentanti politici eletti ai vari livelli istituzionali.

 

FLC CGIL Emilia Romagna                                   Monica Ottaviani

CISL Scuola FSUR Emilia Romagna                      Monica Barbolini

UIL Scuola RUA Emilia Romagna                         Serafino Veltri

SNALS Confsal Emilia Romagna                           Gianfranco Samorì

 

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Ufficio Stampa