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Successo per Adiconsum Emilia Centrale: vinto ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario contro Poste

(Reggio Emilia, 16 settembre 2019) Un vecchio buono postale del 1987 fa ottenere a un reggiano 4.000 euro in più per errata liquidazione degli interessi da parte di Poste Italiane. Infatti, l’ufficio postale non gli riconosceva pienamente i rendimenti indicati sul retro dei buoni, in particolare, con riferimento agli ultimi 10 anni. Si è dunque rivolto ad Adiconsum – associazione consumatori della Cisl Emilia Centrale – e, presentando ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario, ha ottenuto il riconoscimento del valore integrale di quanto scritto sul buono.
«Con il decreto ministeriale 13 giugno 1986, i rendimenti dei buoni fruttiferi sono stati significativamente ridotti, ma nel periodo compreso fra il primo gennaio 1987 e il 23 giugno 1997, Poste ha emesso buoni della serie Q utilizzando moduli di serie precedenti, in questo caso la P, che riportano sul retro tassi di interesse più alti» – spiega Massimo Rancati di Adiconsum – «Per ovviare al problema, Poste Italiane ha dunque apposto un timbro sul buono per modificare i rendimenti in conformità con il decreto: peccato però che i tassi di interesse del timbro si fermino al 20° anno e nulla dicano circa il periodo che va dal 21° al 30° anno di possesso.» L’Arbitro Bancario e Finanziario, interpellato da Adiconsum su quali fossero i tassi da applicare dal 20° anno, ha rilevato un legittimo affidamento del cliente sulla validità dei tassi d’interesse riportati sui buoni e, dunque, dichiarato Poste tenuta al pagamento in favore del ricorrente degli importi calcolati sulla base delle condizioni riportate sul retro del titolo, oltre al pagamento delle spese della procedura.
«In questi casi, la differenza tra quanto liquidato dall’ufficio postale e quello a cui si ha diritto può essere veramente significativa» – prosegue Rancati – «il consiglio è dunque quello di non lasciar perdere di fronte a un rifiuto di Poste, nemmeno se il buono è già stato riscosso e non se ne ha copia: gli uffici postali sono tenuti a rilasciare le copie dei buoni incassati e la contestazione resta possibile».

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Ufficio Stampa