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Cooperazione internazionale. Pieri: “Aiutateci a costruire un laboratorio agroalimentare nel cuore del Senegal. Vi spiego perché è molto importante per tutti”

(Bologna, 17 febbraio 2024) “Aiutateci a costruire un laboratorio a Ndioum per dare una mano alle lavoratrici senegalesi nella trasformazione di prodotti agroalimentari e nella produzione di ipoclorito e sapone, indispensabili per rendere salubri ambienti di quelle della comunità. L’ipoclorito, in particolare, diluito in diverse proporzioni, servirà per igienizzare ambienti delle comunità (scuole, centro di salute, luoghi di aggregazione) e delle case (servizi igienici, lavandini, cucine), allevamenti animali per uso personale e per il lavaggio di frutta e verdura. Un progetto in linea e in continuità con le tante attività di sostegno all’imprenditoria femminile nel settore della trasformazione agroalimentare che hanno caratterizzato gli altri interventi che abbiamo fatto in quell’area africana”.

E’ questo l’appello lanciato da Filippo Pieri questa mattina a “La finestra sui fatti”, la rubrica settimanale che va in onda ogni sabato su Radio Flyweb, dove a parlato dell’avvio della campagna di crowdfunding ideata dall’Iscos Emilia Romagna, l’istituto di cooperazione internazionale promosso dalla Cisl di cui è presidente regionale, per sostenere un ulteriore progetto di aiuti in un piccolo villaggio all’interno del Senegal, nella regione del Kaffrine.

“La cooperazione internazionale, i cui fondi andrebbero notevolmente incrementati, ha un’importanza capitale perché, oltre a favorire lo sviluppo socio-economico e l’affermazione dei diritti nelle zone del mondo più in difficoltà, è anche una chiave di lettura straordinaria per meglio capire le ragioni dei flussi migratori”, ha sottolineato il segretario generale regionale della  Cisl. “La migrazione in altre parti del mondo, e quindi anche in Italia, è un fenomeno insito nell’uomo che non si può fermare, che però può essere governato. E lo si può fare certamente con flussi regolamentati, ma soprattutto con efficaci processi d’integrazione che devono essere attuati sul territorio. Tenendo ben presente che governare bene i flussi migratori vorrà dire garantire la tenuta sociale ed economica del nostro Paese e della nostra regione, e ciò sia per l’indispensabile forza lavoro garantita al nostro tessuto economico sia per la possibilità di frenare l’inverno demografico che sta pericolosamente mettendo a rischio la nostra società. Di fatto l’unica politica che nel breve periodo può sortire effetti, al contrario di altre, come quella ad esempio di invertire la rotta della denatalità, che richiedono periodo di attuazione medio-lunghi. Per questo dobbiamo impegnarci tutti molto di più su tali tematiche e rifuggire dai soliti luoghi comuni”.

Nel corso dell’intervista condotta da Matteo Cimatti, il massimo dirigente regionale della Cisl, dopo aver ribadito a più riprese la richiesta di sostegno al progetto di Ndjoum, ha anche fatto un ampio spaccato dell’attività dell’Iscos Emilia Romagna nelle diverse aree ‘calde’ del mondo e dell’Europa, dei criteri con cui sceglie i progetti da promuovere e delle tante iniziative fatte anche in Italia per promuovere la cultura della solidarietà e della cooperazione.

“Politiche di cooperazione – ha concluso Pieri – in cui l’Iscos ha posto sempre al centro il lavoro e i diritti dei lavoratori, convinti che lo sviluppo debba avere nel lavoro dignitoso il suo fulcro essenziale, ed è per questo che sostiene progetti realizzati con partner dei luoghi in cui va, che si tratti di sindacati, associazioni o altre realtà locali. Scelte alla cui base ci sono sempre i principi insostituibili dell’inclusività e della reciprocità”.

www.iscosemiliaromagna.org

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