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Riciclo rifiuti, allarme Cisl ER: “Senza autorizzazioni ad aziende e cooperative a rischio 3mila posti di lavoro”

riciclo rifiuti

Ciro Donnarumma

(Bologna, 3 ottobre 2019) “In Emilia-Romagna è a rischio un intero comparto della green economy, quello del riciclo dei rifiuti. Rischi che riguardano sia l’aspetto occupazionale sia economico, visto che delle 141 autorizzazioni ‘End of Waste’ concesse ad aziende e cooperative emiliano-romagnole per la lavorazione di determinati rifiuti e materiali, 40 sono in scadenza senza che il governo batta ciglio. Autorizzazioni che senza un solerte decreto dell’esecutivo non potranno essere rinnovate, con gravi ripercussioni da un punto di vista economico, ambientale (il rischio è quello di vedersi conferire in discarica materiali invece utili e riciclabili) e occupazionale (sono oltre 4mila i lavoratori del settore, di cui oltre 2860 impiegati nelle 141 aziende autorizzate, senza contare che a questi naturalmente poi bisogna aggiungere tutto l’indotto)”.

E’ questo il commento di Ciro Donnarumma, della Segreteria regionale Cisl, che nel denunciare “l’imbarazzante scaricabarile a cui si è assistito con gli ultimi due governi”, ha precisato come, “con la sentenza del Consiglio di Stato del febbraio 2018, i criteri per la ‘qualifica di rifiuti’ non possono essere più definiti dalle Regioni o da enti da essa delegati, decisione che di fatto ha comportato per le Regioni il blocco di tutte le nuove autorizzazioni (ed i rinnovi di quelle già rilasciate)”.

“Se questa situazione non dovesse mutare rapidamente, se non dovesse esserci la possibilità di rinnovare a queste 40 aziende che riciclano rifiuti le autorizzazioni in scadenza, ci sarebbero disastrose ripercussioni sui percorsi di transizione verso l’economia circolare, visto che uno dei criteri fondamentali è proprio l’incentivazione alla sostituzione di materie prime vergini con materiali provenienti da filiera di recupero, così come sarebbero disastrose le conseguenze occupazionali del settore. Infatti, oltre a tutti i Comuni impegnati nella raccolta differenziata, il coinvolgimento riguarderebbe cartiere, aziende del settore legno, della meccanica, del tessile e dell’ alimentazione”, ha continuato Donnarumma.

Da più di un anno, a più riprese, auspichiamo che il governo intervenga con una modifica d’urgenza delle norme di settore (in particolare, con riferimento all’art. 184-ter del D.lgs. 152/2006) facendo sì che la legislazione statale dia alle Regioni e alle Province autonome le competenze sul rilascio delle autorizzazioni. Tuttavia, al momento, le molte promesse sono state vane”, ha continuato il sindacalista.

“Ciò che la Cisl chiede è un intervento organico e definitivo, dato che in Italia la normativa è ancora fumosa, e chi vuole recuperare gli scarti di lavorazione per dar loro nuova vita spesso si ritrova con il rischio di essere condannato per aver commesso vari reati”. “Attraverso la normativa “End of Waste” si legittima la trasformazione di un costo (rifiuto) in valore (non-rifiuto). È un processo che richiede di essere disciplinato con cura e trasparenza per evitare truffe e danni all’ambiente, sebbene ultimamente questo quadro già complicato sia stato reso ancor meno fluido dalle complicanze del decreto ‘Sblocca cantieri’, ha concluso Donnarumma.

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